Quando un Padre è Assente: ripercussioni sul figlio
Padre e madre esercitano funzioni diverse ma entrambe necessarie per il corretto sviluppo del bambino e, quindi, dell’adulto che egli diventerà.
La funzione paterna è normativa – ovvero impartisce regole – e di emancipazione, detta delle norme di comportamento e pone dei limiti.
Si tratta di limiti che sono indispensabili, altrimenti il bambino si muoverebbe senza le coordinate necessarie per affrontare la vita. La funzione del padre ha comunque anche un altro ruolo molto importante, quello di emancipare il figlio.
Egli infatti porta il piccolo o la piccola a non restare nella seppur accogliente dimensione materna, ma a spingersi oltre per andare ad esplorare il mondo e le sue bellezze. Il padre quindi aiuta a mettere a fuoco le proprie paure e a comprenderle, ma fornisce anche i giusti strumenti per affrontare questi scogli e per superare i propri fantasmi interiori.
Contrariamente a quanto molti pensano, la presenza della figura maschile è importante già dai primi mesi di vita.
Infatti un padre solitamente propone dei giochi diversi da quelli materni e realizzati con diverse modalità, mentre solitamente tende a relazionarsi in modo stimolante per il bambino anche dal punto di vista motorio.
Lanciandolo in aria con sicurezza, proponendogli il movimento ed il gioco, suscita il riso ed aiuta il piccolo a dare un significato a ciò che gli accade.
Possiamo quindi affermare che sia il dinamismo a caratterizzare il rapporto del piccolo con il padre soprattutto in tenera età, per poi lasciare spazio, con il tempo, a momenti in cui le letture che i papà propongono ai figli sono di natura maggiormente esplorativa e ludica.
Ecco quindi che, se il padre è presente, assolve a questa funzione emancipante e di guida, mentre se la famiglia non include la sua presenza, dovrà essere qualcun altro ad occuparsi di questi aspetti. Infatti, mentre la funzione materna è quella di contenere e mantenere, quella del padre è legata alla spinta che porta il bambino fuori dalla sua zona di comfort per esplorare il mondo e viverlo.
Se il padre è assente fisicamente e la madre cerca di assolvere ad entrambi i ruoli, può essere sovraccaricata da incombenze anche contrastanti tra loro dal punto di vista simbolico e l’educazione del piccolo o della piccola va incontro a dei rischi.
Ci sembra di aver chiarito quanto il padre entri in gioco diversamente dalla madre, aiutando i figli a conquistare le prime autonomie ed a prepararsi all’età adulta.
Un buon padre ha a disposizione degli strumenti come le regole e il coraggio: deve essere molto interessato al figlio o alla figlia e a regolare il suo interesse, riuscendo a prendere le distanze dall’emotività per imporsi nel fare rispettare le regole.
Sono soprattutto due i punti che vanno considerati: la coesione nella coppia che, se carente, può causare poca ubbidienza nei figli, e la chiarezza delle regole. Se le norme da rispettare non sono chiare, possono causare dei comportamenti sbagliati.
Autorevolezza e autorità sono il potenziale che ciascun adulto fornisce per aiutare a crescere, e non vanno assolutamente demandati o rimpiazzati.
Se il padre non c’è, la madre può comunque fare in modo di sopperire a questa mancanza con altre figure esterne come un insegnante, un nonno, uno zio attento oppure un amico caro che svolgono le funzioni paterne; l’importante è che la madre non si chiuda in se stessa.
Altre figure, quindi, possono compensare l’assenza del padre biologico, ma è fondamentale che la madre accetti la loro presenza e che agevoli la presenza di altre figure maschili all’interno della famiglia.
Parlando invece del genere di appartenenza dei figli, la funzione più importante del padre nei confronti della figlia femmina è quella di fornirle la misura del proprio valore come ragazza e futura donna.
Un valore che non si basa sulle regole rispettate bensì pone le basi dell’autostima, che viene promossa anche quando, da adolescente, la figlia vorrebbe rincasare più tardi e vestirsi già da adulta.
Segnando dei limiti oltre i quali non si può andare, controllando gli orari e che l’abbigliamento sia consono all’età, solo per fare un esempio, dà valore alla figlia per farla sentire una persona di valore. Al contrario, un padre distratto non è mai una figura positiva poiché non presta sufficiente attenzione.
La ragazza spesso osserva come si comporta il padre con la madre, prefigurandosi in questo modo il ruolo maschile e quello femminile: è importante che il padre sia di sostegno per la moglie senza svalutarne il ruolo perché, se così accadesse, trasmetterebbe alla figlia una immagine negativa della vita di coppia.
Un papà non deve essere possessivo perché potrebbe causare delle difficoltà nella maturazione ed emancipazione di figli ma non è utile neanche che diventi amico dei figli perché il suo stile adolescenziale non può essere autorevole; la confidenza andrebbe mantenuta entro certi limiti.
Sovente i figli possono dare l’impressione di desiderare la solitudine, soprattutto nel periodo della pubertà e dell’adolescenza, ma un buon genitore dovrebbe riuscire a captare quando è veramente utile lasciare il figlio da solo e quando, invece, il silenzio è una richiesta di aiuto e di attenzione.
Lo psicoanalista Massimo Recalcati a proposito del complesso di Telemaco sostiene che i giovani di oggi sentono molto la “morte del simbolo del padre”, che rappresenta l’autorità, sa più di loro e va seguito e stimato.
Il padre è un testimone, un maestro di vita. Oggi però il giovane si precipita fuori dal mondo della legge e dell’autorità paterna perché vuole avere e crede di sapere tutto. Ecco quindi che i limiti non esistono più, nel mondo interno dell’adolescente, saturo di onnipotenza e narcisismo.
Il desiderio di arrivare a capire quali siano i propri talenti e le proprie inclinazioni fornisce quella soddisfazione personale che serve a concretizzare chi si è.
Chi non si pone dei limiti e degli ostacoli da superare non è in grado di accedere ai propri desideri che diventano, quindi, solo capricci.
Il bambino che punta i piedi e non vuole o deve superare ostacoli, impegnandosi, resta fermo nella sua onnipotenza.
Il grande dono che il padre fa ai figli è la trasmissione del desiderio, quindi degli ideali: l’ideale è poter raggiungere qualcosa che vale la pena avere.
Rinunciare a qualcosa di piccolo, subito, per poi ottenere qualcosa di più grande dopo è una esperienza formativa che il padre sa insegnare al figlio, ma se questa guida manca allora viene a mancare anche una parte importante della formazione del bambino e dell’adolescente.
Il più grande regalo che un padre fa al figlio è segnare la fine del narcisismo, dandogli una mano a diventare come lui e portandolo ad adottare i suoi ideali, che possono essere l’ avere un lavoro ed una famiglia sani. Senza questa sinergia tra legge e desiderio, emerge la legge del capriccio e della mancanza del rinvio del soddisfacimento, che si vuole ottenere senza “fare fatica”.
L’impatto di un padre presente
Il coinvolgimento del padre nella vita del figlio è associato ad una benessere globale del bambino sin dai primissimi mesi di vita.
Già il neonato infatti se prematuro, riscontra aumento positivo del peso corporeo e cerca più attivamente il seno materno per essere allattato.
Più avanti il coinvolgimento del padre che sa essere autorevole favorisce nel figlio buoni indici scolastici, emotivi, ma anche sociali e comportamentali.
I bambini che sentono il padre vicino solitamente hanno dei buoni risultati a scuola e una volta entrati a far parte del mondo del lavoro hanno maggior successo e stabilità.
Anche le figlie femmine beneficiano della presenza del padre, infatti le ricerche dimostrano che la guida paterna decrementi in modo significativo la possibilità di gravidanze indesiderate e premature in età adolescenziale.
Non solo, infatti pare che chi ha un padre presente sia molto più protetto dalla delinquenza e che quindi abbia meno probabilità di trascorrere del tempo in carcere, così come sia più protetto dal rischio di sviluppare depressione.
Il danno psicologico di un padre assente in età infantile purtroppo influisce durante tutta la vita, ed andrebbe trattato con la psicoterapia.
La qualità della relazione tra il padre ed il figlio conta più della quantità di ore trascorse insieme, ad esempio i padri che non vivono con i figli possono comunque influire positivamente sul benessere sociale ed emotivo dei figli, nonché sui risultati scolastici e sull’adattamento comportamentale.
Livelli elevati di coinvolgimento del padre nella vita familiare sono inoltre correlati a maggiore socievolezza, fiducia e autocontrollo; questi bambini tendono a mentire di meno a scuola e, a differenza di altri, sono meno a rischio di sviluppare dipendenza da alcol o droghe durante l’adolescenza.
Il coinvolgimento del padre riduce i problemi psicologici e i tassi di depressione nelle giovani donne e possiamo quindi affermare che, nel complesso, l’impatto che hanno i padri e le figure paterne sostitutive è sostanziale.
Così come ci sono molti aspetti positivi nel coinvolgimento del padre, anche gli effetti della sua assenza sono dannosi.
L’assenza del padre
Secondo il rapporto dell’UNICEF del 2007 sul benessere dei bambini nelle nazioni economicamente avanzate, emerge che soprattutto negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito i bambini non godono di molta salute psico emotiva.
Un fattore che è stato purtroppo ignorato, soprattutto da parte di alcuni responsabili delle politiche per l’infanzia e la famiglia, è la dannosità dell’assenza paterna in ambito familiare.
Gli studi dimostrano che i bambini senza padri presenti soffrono molto. Anche prima della nascita di un bambino, gli atteggiamenti che ha il futuro padre riguardo alla gravidanza ed il suo modo di vivere questa la fase prenatale influenza indirettamente la nascita.
Alcune ricerche dimostrano che i bambini di età scolare che avevano buoni rapporti con il padre avevano anche meno probabilità di soffrire di depressione, di sviluppare comportamenti oppositivi o di mentire. Nel complesso, questi bambini erano molto più orientati verso un comportamento prosociale.
Durante l’adolescenza poi, le difficoltà che riscontrano le famiglie senza padre sono molte, anche perché i ragazzi sono più soggetti a vivere condizioni di disagio economico, se non di vera povertà.
Sono molti gli individui che possono testimoniare quanto l’impatto di un padre che è stato presente nella loro vita sia permanente; molti al contrario hanno vissuto l’abbandono e, di conseguenza, soffrono di scarsa autostima ed alcuni hanno cercato conforto nelle droghe, nell’alcol, in attività sessuali rischiose, in relazioni malsane o altri comportamenti distruttivi per cercare di non sentire il dolore causato dall’assenza paterna.
Secondo diversi Studi poi, gli effetti dell’assenza del padre sui figli sono a dir poco disastrosi, sotto una serie di dimensioni che qui elenchiamo:
Diminuzione del concetto di sé dei bambini e sicurezza fisica ed emotiva compromessa
I piccoli dicono di sentirsi abbandonati quando i loro padri non sono presenti né coinvolti nelle loro vite, lottano con le loro emozioni e contro la sensazione di non accettarsi così come sono.
Problemi comportamentali
I bambini che crescono senza la presenza paterna spesso hanno più difficoltà con gli altri e le loro amicizie sono mutevoli; manifestano problemi comportamentali e si mostrano spavaldi e oppositivi per non mostrare agli altri le loro paure, le ansie ed i risentimenti.
Assenza di vita scolastica e scarso rendimento scolastico
Le statistiche mostrano che il 71% delle dispersioni scolastiche alle superiori sono effettuate da ragazzi senza padre. Questi studenti hanno più problemi a scuola, voti più bassi dei compagni in matematica e italiano e dal punto di vista cognitivo possono mostrare qualche difficoltà.
Tendono anche a marinare la scuola e ad avere difficoltà una volta adulti a trovare un lavoro soddisfacente o stabile.
Delinquenza e criminalità giovanile, incluso il crimine violento
L’85% dei giovani che si trovano in carcere ha un padre assente mentre i bambini senza padre hanno maggiori probabilità di aggredire e di andare in prigione da adulti.
Promiscuità e gravidanze adolescenziali
I bambini senza padre hanno maggiori probabilità di avere problemi di salute sessuale, di avere rapporti sessuali prima dei 16 anni, rinunciano alla contraccezione durante il primo rapporto, diventano spesso genitori già da adolescenti e contraggono infezioni a trasmissione sessuale.
Le ragazze invece mostrano un interesse eccessivo nei confronti del sesso, che usano per sopperire alle mancanze sentimentali causate dal vuoto paterno; vivono la perdita emotiva del padre come un rifiuto e sono suscettibili, una volta adulte, di essere sfruttate da uomini più grandi di loro.
Abuso di droghe e alcol
I ragazzi cresciuti senza un padre hanno più probabilità di fumare, bere alcolici e abusare di droghe nell’infanzia e nell’età adulta. Molti di loro non hanno una casa in cui vivere e si lasciano andare alla vita da strada.
Sfruttamento e abuso
I bambini senza padre corrono cinque volte di più il rischio di essere abusati fisicamente, sessualmente ed emotivamente.
Maltrattamento emotivo, che può sfociare nella morte. Purtroppo studi recenti indicano che i bambini in età prescolare che non vivono con entrambi i genitori hanno più probabilità di subire abusi sessuali.
Problemi di salute fisica
Chi è senza padre manifesta problemi di salute che possono avere origine psicosomatica come dolore acuto e cronico, asma, mal di testa e mal di stomaco.
Disturbi della salute mentale
Sono ansia, depressione che può esitare in suicidio e instabilità emotiva i sintomi che mostrano di avere i figli di un padre non presente.
Disoccupazione e povertà
Da adulti, questi individui sono più soggetti ad essere disoccupati, ad avere bassi redditi e a dover ricorrere al supporto dei servici sociali.
Problematiche relazionali
Sono ragazzi che diventano adulti prima degli altri e che in virtù di questo entrano prima in società, hanno più probabilità di divorziare o di separasi e spesso hanno figli al di fuori del matrimonio o della relazione di coppia.
Mortalità
Purtroppo, i bambini che non hanno un padre sono a rischio di morire da piccoli e in media, la loro vita è 4 anni più breve di quella dei coetanei che vivono con il padre.
Alla luce di questi dati, emerge quanto sia necessaria la presenza di un padre attento, amorevole e autorevole.
Ciao, sono Giulia Moretti, e mi fa piacere darti il benvenuto nel mio mondo psicologico. Cresciuta nelle affascinanti strade di Roma, ho coltivato fin da giovane una passione per la comprensione delle dinamiche umane. La mia avventura nel mondo della psicologia ha inizio qui, ma il mio percorso è stato guidato da una curiosità instancabile e dalla determinazione nell’aiutare gli altri a superare le sfide della vita.