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Cinofobia: La Paura dei Cani

In questo articolo analizzeremo la paura dei cani o cinofobia.

Chi di noi non ha un cane nella propria abitazione?

Chi di noi non ama immensamente “ il miglior amico dell’uomo”? 

La maggior parte di noi ama i cani, esseri meravigliosi capaci di darci tanto amore, anche senza dire una parola, eppure non per tutti è così.

Nonostante nell’immaginario comune e da molti sia ritenuto il miglior amico dell’uomo, per altri un cane può essere ben altro: una vera e propria fonte di paura e ansia.

Probabilmente vi sarà capitato di conoscere qualcuno che, solo vedendo questo animale, arrivi a  mostrarsi così nervoso da cercare di evitare ad ogni costo un incontro ravvicinato.

Come stupircene: la paura dei cani è molto comune, più di quanto si possa pensare e spesso diviene un vero e proprio disturbo, noto con il termine cinofobia: ne avete mai sentito parlare?

In questo articolo parleremo proprio di questa fobia, di come si manifesta e  di cosa possiamo fare per poterla combattere, a piccoli passi.

Cinofobia: a cosa facciamo riferimento?

Ma partiamo dalle basi: cosa intendiamo con il termine cinofobia? Cosa significa?

Il termine cinofobia deriva dal greco “chiùon” che, letteralmente, significa cane e “phobos” che significa paura.

Va da sé, quindi, che  con questo termine si indichi proprio la paura dei cani.

Quanti di noi non hanno paura dei cani? C’è gente che, addirittura, vedendo la foto di un cane inizia ad agitarsi e innervosirsi.

Ma quando si può parlare di vera e propria fobia?

Quando siamo in presenza di una paura patologica che ci destabilizza, fino ad interferire nella nostra vita: non stupiamoci dunque se la cinofobia è stata inserita nel Manuale Diagnostico dei Disturbi mentali (DSM-5), rientrando nella categoria dei Disturbi d’Ansia, precisamente in quella delle Fobie specifiche.

In questa categoria sono presenti moltissime fobie che hanno a che fare proprio con gli animali; ad esempio possiamo ritrovare l’aracnofobia, ossia la fobia dei ragni, oppure la ofidiofobia, ossia la fobia dei serpenti.

Ma torniamo al cane: tendenzialmente questo è un animale molto amato e proprio per questo può poter essere difficile comprendere dall’esterno tale fobia, soprattutto se paragonata a quella per i serpenti o per i ragni, le quali in un certo senso, risultano essere più comprensibili.

Cosa differenzia la paura dei cani dalla vera e propria fobia?

Alcuni di voi, sicuramente, a questo punto  si staranno chiedendo  “cosa ci porta a dire che la fobia è patologica, mentre la paura no?

Sicuramente quando si parla di fobia e di paura, è difficile tracciare un vero e proprio confine perché, spesso, la differenza è sottile.

Ciò che, però, ci permette di distinguere la fobia dalla “comune paura” sono sicuramente le reazioni e ciò che scatta nella mente del soggetto.

Nel caso della paura, il soggetto percepisce un evento/oggetto come pericoloso per la sua integrità e per la sua vita: quindi, effettivamente, la reazione che si ha è del tutto normale, considerando la percezione del soggetto.

Nel caso della fobia, invece, il soggetto non riesce a capire ciò che avviene o cosa innesca questa reazione. Perché questo?

Il motivo è semplice: la fobia è del tutto irrazionale. 

Il soggetto si rende conto dell’irrazionalità di questa sua fobia ma, nonostante ci provi, non riesce a controllarla e quindi, in un certo senso, la subisce.

È come se non potesse fare nulla per porre fine a ciò che vive e ciò che percepisce.

Proprio per questo suo carattere di irrazionalità e di incontrollabilità, si parla di un vero disturbo.

Ma cosa c’è alla base della cinofobia?

Possibili cause della cinofobia

I soggetti che soffrono di cinofobia generalmente affermano che a renderli nervosi è la paura di essere morsi. 

Tendenzialmente ciò che più spaventa è proprio questo epilogo: un epilogo non del tutto felice, che si potrebbe verificare avvicinandosi ad un cane.  Ma perché si può avere questa paura?

A causa di un’esperienza negativa pregressa, per esempio.

Mettiamo il caso che un soggetto abbia vissuto un’ esperienza  di questo tipo, ovvero che sia stato morso da un cane.

Come può lo stesso non associare “questo trauma” alla vista di un cane che lo rincorre o che lo ringhia?

In questi casi è come se la mente associasse questa brutta esperienza a tutti i cani.

Non stupiamoci se lo stesso soggetto in futuro cercherà di evitare ad ogni costo un contatto ravvicinato e diretto con un cane, proprio per evitare episodi del genere.

Ovviamente questa non è una “regola” che vale per tutti: da uno studio del 1992, condotto su un campione di soggetti di bambini e di adulti, è stato osservato come, a seguito di un’aggressione subita da parte di un cane, non tutti i soggetti arrivino a sviluppare la cinofobia.

In modo specifico, si è potuto notare che gli adulti, rispetto ai bambini, riescono a superare “meglio” questi episodi negativi.

Ci sono altri motivi per cui si può  poter sviluppare la cinofobia, però.

Sicuramente alla base può esserci una scarsa conoscenza dell’animale. In che senso?

Nonostante il cane sia uno degli animali con cui si ha una maggior familiarità, non tutti ne hanno una conoscenza reale e profonda.

C’è chi per esempio non ha contatti diretti con un cane e per questo in molti non sanno come potrebbe reagire in alcune situazioni.

Facciamo un esempio: chi ha un cane sa che può arrivare ad annusare chi non conosce, poiché questo è il suo modo per capire chi ha di fronte.

Questo spesso non viene visto di buon occhio da chi non ha un cane, perché può essere considerata come un’invasione: insomma spesso non se ne capisce il senso.

Non stupiamoci dunque se un soggetto che ha poco dimestichezza con  i cani arriva a provare sentimenti negativi: semplicemente non sa come comportarsi.

Alla base di questa fobia potrebbe esserci anche il comportamento effettivo del cane, ma causato dal soggetto. Cosa vogliamo dire?

Pensate per un attimo ai bambini: tendenzialmente questi sono soliti avere dei comportamenti che possono impaurire e infastidire i cani.

Un bambino, infatti, può poter urlare o può voler toccare la coda ad un cane, ad ogni costo.

Tutto ciò, ovviamente, può determinare una reazione di attacco da parte del cane ed è proprio questo il punto.

Ciò che resterà al bambino è proprio l’attacco del cane e non ciò che l’ha determinato.

A proposito di questa fobia, c’è un’altra cosa che va sottolineata, facendo riferimento all’età e alla grandezza del cane.

Questi fattori possono influire sul timore e sulla paura che si prova nei confronti di un cane, sapete?

Per questo si parla anche di livelli di fobia differenti:  c’è chi per esempio non ha paura dei cuccioli o dei cani di piccola o media taglia. C’è chi invece non riesce ad interagire nemmeno con questi.

Fobia  e apprendimento: diversi meccanismi psicologici

Insomma alla base di una fobia possono esserci diverse dinamiche e dunque diverse modalità di apprendimento.

Tendenzialmente in psicologia sono riconosciute tre modalità di apprendimento. Vediamole qui di seguito.

Condizionamento classico

Il condizionamento classico è, sicuramente, un argomento molto conosciuto e studiato in psicologia, dal momento che ci permette di comprendere moltissimi fenomeni, tra cui anche le fobie.

A tal proposito è stato studiato come, tendenzialmente, la fobia  possa essere associata ad un’esperienza negativa vissuta dal soggetto; come abbiamo infatti affermato poc’anzi, un’esperienza traumatica, come un morso o un attacco da parte del cane, possono effettivamente essere associate a questo animale per molto tempo.

E’ proprio questo che determina poi la vera e propria fobia.

Condizionamento vicario

Un altro apprendimento è sicuramente quello vicario: cosa intendiamo con tale espressione?

In questo caso specifico l’apprendimento non si ha perché è stata vissuta un’esperienza in prima persona, ma perché è stata osservata.

Può capitare, quindi, che il soggetto abbia osservato qualcun altro soffrire a causa di un morso oavere reazioni fobiche davanti ad un cane.

In questi casi specifici il soggetto non solo apprenderà queste reazioni, ma tenderà ad associarle al cane stesso, il quale verrà dunque percepito come pericoloso.

Trasmissione sociale

La terza modalità di apprendimento è quella che tiene conto della società circostante e della sua influenza.

Prendiamo come esempio alcune di quelle notizie che passano attraverso film o documentari  e che il soggetto associa a questo animale.

Oppure il famoso sentito dire: insomma non è raro sentir parlare di esperienze negative vissute da altre persone.

Tutto ciò può agire determinando poi una fobia vera e propria.

I sintomi della cinofobia

Ma ora veniamo ad un punto importante: quali sono i sintomi che caratterizzano il soggetto che soffre di cinofobia? Come poterli riconoscere?

Partiamo col dire che tali sintomi non sono universali e che quindi si manifestano in modo completamente differente, in base al soggetto.

C’è chi potrebbe infatti presentar soltanto alcuni sintomi, chi invece quasi tutti, con un’intensità che varia da soggetto a soggetto.

Fatta questa premessa, quali sono i sintomi associati a questa fobia?

Tendenzialmente da un punto di vista fisico si possono osservare segnali come un malessere generale, sudorazione, tremore, vertigini, tachicardia oppure una sensazione di soffocamento.

Oltre questi sintomi fisici, possono essere manifestati anche sintomi psicologici, tra cuiansia, sensazione di perdita di controllo, paura di morire, pianto, urla e nervosismo generale.

Questi possono poter sfociare in un vero e proprio attacco di panico.

Quando possiamo dire di essere in presenza di un vero e proprio disturbo?

Quando questisintomi diventano davvero debilitanti per il soggetto che li vive, il quale, come abbiamo visto, può poter sperimentare solo alcuni sintomi di quelli visti, alla semplice vista di un cane, attraverso una foto o al sol sentirne parlare.

O anche solo vedendolo da lontano.

Consigli: cosa fare?

Finora abbiamo compreso cosa sia la cinofobia: abbiamo messo in rilievo le sue caratteristiche, le sue cause.

Abbiamo capito che siamo in presenza  di questa quando  diventa debilitante per il soggetto: a questo punto potreste chiedervi cosa si possa fare per evitare  o gestire tutto questo.

Sicuramente è scontato dire che, trattandosi di un disturbo psicologico riconosciuto, un aiuto professionale è sicuramente una delle strade migliori che si possano intraprendere perché, seguendo la giusta terapia, questa fobia potrà essere allontanata completamente.

Nonostante ciò, c’è sicuramente qualcosa che possiamo fare anche da soli, proprio per cercare di rendere meno impattante questo disturbo o per evitare che insorga. Cosa?

Vediamo qualche consiglio qui di seguito.

Affrontare la propria paura

Avete avuto un incontro finito male con un cane? Il modo più semplice per ridurre il rischio di sviluppare questa fobia è quello di cercare di avvicinare un altro cane il prima possibile.

Questo significa affrontare la propria paura. Solo in questo modo  potrete acquisire sicurezza ed evitare di sviluppare questa fobia.

Capire cosa nasconde la propria paura

Avete paura del cane? Cercate di comprendere cosa nello specifico vi provoca angoscia e comportatevi di conseguenza.

Cercate  di capire cosa c’è dietro la vostra paura: c’è un’esperienza negativa che avete vissuto da piccoli?

Bene, questo non significa che bisogna fare di tutto l’erba un fascio, non credete?

Ogni cane ha il suo carattere, dunque è sbagliato pensare che tutti i cani siano pericolosi, solo perché abbiamo avuto un incontro ravvicinato non proprio felice con un cane.

Conoscere meglio il nemico

Spesso si ha paura di qualcosa che non si conosce abbastanza: per questo sarebbe opportuno approfondire la conoscenza del ‘nemico’, magari con il supporto di persone esperte.

In tal caso può essere utile cercare di comprendere meglio il linguaggio e il comportamento di questi animali: questo può farci realmente capire quando è davvero opportuno avere paura di un cane e quando no.

Gestire la propria comunicazione non verbale

Forse la maggior parte di voi non lo sa, ma noi comunichiamo anche con il nostro corpo e questo i cani lo sanno e come.

Quando abbiamo paura  di un cane, senza rendercene conto, ci comportiamo in uno specifico modo: ci irrigidiamo, camminiamo più velocemente.

Insomma arriviamo a mettere in atto determinati comportamenti che, come vedremo tra poco, possono attirare maggiormente l’attenzione di un cane, il quale di conseguenza potrebbe reagire con un abbaio e/o saltarci addosso.

Per evitare tutto questo, è importante saper prestare attenzione al linguaggio del nostro corpo, al fine di evitare di ritrovarci in un circolo vizioso che non fa che incrementare la  nostra stessa paura.

Cosa si potrebbe fare per passare inosservati?

Si potrebbe passargli vicino, con scioltezza, facendo una curva esterna, affinchè il cane possa capire che ha il suo spazio e che non vogliamo toglierglielo.

Non sfidare il cane

Molte volte, in modo inconsapevole, tendiamo a sfidare il cane, soprattutto se ne abbiamo paura.

Cosa intendiamo dire con il termine sfidare? Avete presente quando guardate il cane negli occhi?

Bene, il cane può poter interpretare questo segnale come una sfida: per questo spontaneamente vi attaccherà.

Questo, ovviamente, può far scattare la fobia e quindi un vero e proprio circolo vizioso. 

Morale della favola?

Per quanto possa essere difficile, se abbiamo di fronte un cane, cerchiamo di mantenere la calma, ed evitiamo di sfidarlo, anche solo guardandolo negli occhi.

Questa non può che essere una mossa vincente per non destar sospetti.

Non impaurire il cane

Un altro consiglio pratico e molto vincente?  Cercate di evitare in qualsiasi modo di impaurire e innervosire il cane. 

Anche in questo caso parliamo di azioni che si mettono in atto spontaneamente quando si ha paura:  insomma in certi casi siamo soliti urlare, agitarci.

Tutto ciò, alla fine, non può che creare paura al cane, il quale di conseguenza tenderà ad attaccarvi, perché vi percepirà come un pericolo reale.

Detto questo, se vedete un cane, non urlate e non correte: finireste per  ottenere l’esatto contrario, ovvero avvicinare il cane.

Allontanatevi senza “far rumore”.

Riflessioni conclusive

Come abbiamo detto e spiegato in questo articolo, per alcuni di noi il cane può poter essere un vero e proprio incubo.

Le ragioni possono essere tante: si può poter avere paura di un cane per un’esperienza negativa vissuta, per una scarsa conoscenza dell’animale stesso, per l’influenza di notizie che vedono il cane come un essere pericoloso da evitare.

Alla base della cinofobia possono esserci, dunque, diverse dinamiche psicologiche che portano tutte ad un unico obiettivo: evitare il contatto con un cane.

Questo è sbagliato: cercando di evitare l’oggetto fobico non facciamo altro che incrementare le nostre paure e i sintomi associati.

Per questo sarebbe opportuno conoscere meglio il nostro nemico e affrontarlo.

I consigli dati poc’anzi hanno proprio questo scopo: renderci più consapevoli non solo di noi stessi, ma anche di quello che temiamo.

E voi, avete voglia di guardare in faccia la vostra paura o al prossimo incrocio continuerete a cambiare strada, pur di non incontrare un cane?

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