Depressione: Conoscerla per Vincerla

Sentir parlare di depressione significa sicuramente fare  riferimento ad un qualcosa di familiare: oggi più o meno tutti  sappiamo cosa sia la depressione o meglio crediamo di sapere cosa  sia. 

Spesso infatti la si confonde con l’ansia o con la tristezza: in realtà  la depressione è un disturbo diverso, che si manifesta con  determinati sintomi. 

La prima domanda da porre dunque è proprio questa: cos’è  realmente la depressione?

Iniziamo con il dire che la depressione è una patologia molto  diffusa che interessa adulti e bambini e che può manifestarsi sia  negli uomini che nelle donne, ma i dati mettono in evidenza come  la probabilità che vengano colpite quest’ultime sia più alta. 

Avrete sentito sicuramente parlare della depressione come il male del secolo: questo è evidente, se pensiamo al fatto che la  depressione è una malattia del tono dell’umore: ovviamente non  interessa solo l’umore, ma anche il corpo e questo lo vedremo  quando tratteremo i sintomi di tale disturbo. 

Riflettiamo un attimo ora: quando stiamo bene il nostro umore è  alto, vero? 

Al contrario quando viviamo situazioni spiacevoli questo va verso  il basso. 

Bene, a tal proposito è doveroso fare una precisazione: si può  parlare di depressione quando il tono dell’umore è sempre basso  e non è influenzato da fattori esterni, provocando un vero e  proprio disagio. 

Chi soffre di depressione tende infatti a sperimentare un’  angoscia persistente, perde interesse nelle attività che  normalmente si fanno e sperimenta difficoltà nello svolgimento  anche delle azioni quotidiane più semplici, per almeno due settimane. 

Insomma le persone che sperimentano uno stato depressivo si  percepiscono negativamente, senza valore e al contempo  considerano l’ambiente circostante come “ostile”. 

Non solo: un soggetto depresso può arrivare ad avere anche idee  di morte, perché convinto che non ci sia un’altra via d’uscita per  smettere di provare dolore, un dolore emotivo

Quando si parla di depressione, dunque,non si può non fare  riferimento anche alla sfera cognitiva: una caratteristica della 

depressione è proprio la tendenza di valutare ogni situazione in  modo negativo. 

La depressione è dunque anche una patologia di pensiero e  sensazioni che fanno scendere giù il morale, se si pensa al proprio  futuro, ma anche al proprio presente. 

Ecco perché si perde la capacità di apprezzare anche le più piccole  cose. 

Avere un disturbo come questo in un certo senso significa vedere  nero tutto intorno. 

Non stupiamoci dunque se una persona depressa non ha voglia  nemmeno di alzarsi o lavarsi. 

Nella depressione tutto ciò che è semplice, diventa complicato

Osservazioni: in questo primo paragrafo abbiamo cercato di  mettere in evidenza come la depressione non sia un semplice  abbassamento dell’umore, ma come arrivi ad abbracciare diverse  sfere, fino a compromettere il modo in cui un soggetto pensa e  raffigura non solo se stesso ma anche il mondo circostante. 

La depressione dunque è una malattia, non è solo stress o un  semplice non sentirsi bene. E’ una condizione seria e può colpire  chiunque.  

Ma non temete, successivamente metteremo in rilievo anche altre  aree, ovvero ci domanderemo coma possa essere prevenuta e  curata. 

Forme di depressione: quali sono? 

Ora cerchiamo di andare più a fondo alla questione: poc’anzi  abbiamo cercato di capire cosa sia la depressione. 

Ora invece cercheremo di capire quanti e quali sono i diversi  disturbi depressivi esistenti.

Il termine depressione è infatti utilizzato per riferirsi ad uno dei  disturbi presenti nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental  Disorders, Fifth Edition (DSM-5).  

Vediamone alcuni, qui di seguito. 

Sulla base di sintomi specifici abbiamo:  

Il Disturbo depressivo maggiore 

Il Disturbo depressivo persistente o distimia 

Sulla base dell’eziologia abbiamo invece il Disturbo disforico  premestruale 

Disturbo depressivo maggiore 

Per quanto riguarda il disturbo depressivo maggiore, iniziamo  con il dire come questo sia caratterizzato da una serie di sintomi  che impediscono al soggetto affetto di svolgere quelle che sono le  regolari attività di vita quotidiana come il mangiare e il dormire. 

Parliamo dunque di un disturbo alquanto invalidante: alcune  persone possono sperimentare nel corso della loro vita un solo  episodio di depressione maggiore, alcuni invece sono vittime di  episodi multipli. 

Per la diagnosi di depressione maggiore devono essere  soddisfatti almeno 5 dei seguenti sintomi, quasi ogni giorno  durante lo stesso periodo di 2 settimane, ed uno di essi deve  essere un umore depresso o una perdita di interesse o di piacere: 

• Umore depresso per la maggior parte del giorno 

• Marcata diminuzione di interesse per tutte o quasi tutte le  attività per la maggior parte del giorno

• Significativo aumento o perdita di peso oppure diminuzione  o aumento dell’appetito 

Insonnia  

• Agitazione o rallentamento psicomotorio osservati da altri  • Perdita di energia 

• Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o  inappropriati 

• Diminuita capacità di pensare  

• Pensieri ricorrenti di morte o di suicidio, un tentativo di  suicidio, o un piano specifico per effettuarlo ( DSM 5) 

Disturbo distimico 

Ora invece parliamo del disturbo distimico: in questo caso i  sintomi si manifestano a lungo termine, ovvero 2 anni e anche  più. 

Nonostante questo non sono così invalidanti come nel caso  precedente. 

I pazienti affetti da questo disturbo presentano una maggior  probabilità di presentare disturbi d’ansia.  

In seguito parleremo proprio del rapporto che c’è tra la  depressione e l’ansia. 

Per la diagnosi, del disturbo depressivo persistente, i pazienti  devono presentare un umore depresso per la maggior parte del  giorno per più giorni per ≥ 2 anni e almeno 2 dei seguenti  sintomi:

• Scarso appetito  

• Insonnia o ipersonnia 

• Scarsa energia o stanchezza 

• Bassa autostima 

• Scarsa concentrazione o difficoltà a prendere decisioni

• Sentimenti di disperazione (DSM 5) 

Disturbo disforico premestruale 

Come abbiamo detto, sulla base dell’eziologia possiamo anche  avere questo tipo di disturbo che sembra riguardare sintomi della  sfera dell’umore e dell’ansia e che come si evince  dall’espressione stessa, sono legati al ciclo mestruale, con esordio  durante la fase premestruale e un intervallo senza sintomi  successivamente le mestruazioni. 

Badate bene, questi sintomi devono essere presenti durante la  maggior parte dei cicli mestruali dell’anno precedente. Parlare di questo disturbo significa fare riferimento  

– ad un disturbo che causa un disagio clinicamente  significativo  

– ad un disturbo che può iniziare in qualsiasi momento  dopo il menarca 

Per la diagnosi di tale disturbo, secondo il DSM5, almeno cinque  sintomi tra quelli che presenteremo devono essere presenti nell’ultima settimana prima dell’inizio delle mestruazioni . Inoltre molto importante è il fatto che tali sintomi dovrebbero  iniziare a migliorare entro pochi giorni dopo l’inizio delle  mestruazioni e diventare minimi o assenti nella settimana  successiva.

In particolare, nel periodo sopra indicato devono essere presenti  uno o più dei sintomi tra: 

labilità affettiva marcata: es. sbalzi d’umore  

marcata irritabilità o rabbia 

umore depresso, sentimenti di disperazione  

ansia eccessiva e tensione. ( DSM 5) 

Oltre a questi sintomi, per la diagnosi di Disturbo Disforico Premestruale, devono aggiungersi uno o più dei seguenti sintomi  

diminuzione dell’interesse nelle attività che si fanno  abitualmente 

difficoltà nella concentrazione 

facile affaticabilità  

variazione dell’appetito  

ipersonnia o insonnia 

sintomi fisici come gonfiore, dolori articolari o muscolari 

Osservazioni: in questo paragrafo abbiamo cercato di mettere in  evidenza le caratteristiche di alcuni disturbi depressivi e la loro  relativa diagnosi. La lista ovviamente non finisce qua, poiché  abbiamo anche altre forme di depressione, come quella post  partum. 

Ma qui abbiamo cercato di metterne in evidenza solo alcuni. 

Sintomi della depressione: cosa manifestano le persone  depresse? 

Parlare di depressione significa fare riferimento a diversi disturbi depressivi,  che presentano determinati sintomi, criteri e dunque  una precisa diagnosi.

Qui di seguito cercheremo di sintetizzare i sintomi della  depressione in delle grandi aree: 

sintomi somatici/fisici 

sintomi emotivi 

sintomi comportamentali 

sintomi cognitivi. 

D’altronde, lo abbiamo detto: la depressione colpisce l’umore, il  corpo, l’emotività, i nostri pensieri e i nostri comportamenti,  dunque è naturale sperimentare diversi sintomi. 

Andiamo per gradi e vediamo questi sintomi, area per area. I principali sintomi somatici/ fisici della depressione 

• senso di fatica 

• agitazione motoria  

• perdita o aumento di peso 

• disturbi del sonno  

• mancanza di desiderio sessuale 

• senso di nausea 

• perdita di energie 

• mal di testa 

• palpitazioni e tachicardia 

• dolori muscolari 

• dolori alle ossa 

• dolori alle articolazioni e addominali 

Il depresso dunque si sene spossato, senza motivazione e  sperimenta sintomi fisici e somatici, alcuni tipici dell’ansia.

I principali sintomi emotivi della depressione  

• tristezza 

• angoscia 

• mancanza di speranza nel futuro 

• perdita di interesse per qualsiasi attività 

• irritabilità  

• disperazione 

• senso di colpa e di vuoto 

Il depresso dunque ha anche delle ricadute a livello emotivo:  presenta una persistente angoscia, disperazione e sensi di colpa. 

I principali sintomi cognitivi della depressione 

• incapacità decisionale 

• pensieri negativi su di sé, sul mondo e sul futuro

• idee di auto-svalutazione e autocommiserazione. 

Il depresso dunque presenta una ridotta capacità di  concentrazione, anche per le piccole decisioni e tende a svalutarsi  per errori compiuti in passato ed eventi quotidiani che vengono  interpretati come conferma del “mancare” in qualcosa. 

I principali sintomi comportamentali della depressione 

• riduzione delle attività quotidiane 

• evitamento delle persone  

• isolamento sociale 

• tentativi di suicidio 

• comportamenti passivi 

• riduzione dell’attività sessuale

Tutto questo ovviamente non può che ripercuotersi anche sui  comportamenti di chi sperimenta la depressione. 

Osservazioni: come abbiamo potuto vedere, la depressione grosso  modo presenta determinati sintomi somatici, fisici, cognitivi,  comportamentali ed emotivi che possono essere lievi, moderati e  gravi. 

E’ proprio in base alla loro gravità, al loro andamento e alla loro  manifestazione che possiamo poi classificare la depressione nelle  sue diverse forme. 

Dunque i vari disturbi depressivi più che per la natura dei loro  sintomi, si differenziano per la durata e la manifestazione degli  stessi. 

Cosa fare se manifestiamo alcuni di questi sintomi o conosciamo  qualcuno che li sta manifestando? 

Occorre chiedere aiuto: prima agiamo su questo stato depressivo  e prima abbiamo possibilità di uscirne. 

La depressione, lo abbiamo detto, è una malattia e deve essere  curata. 

Dunque, non sottovalutate la situazione e chiedete aiuto ad un  professionista. 

Cause della depressione: cosa c’è alla base? 

Sicuramente ora vi starete chiedendo cosa ci sia alla base di questa  malattia. 

Insomma cosa porta una persona “sana” a diventare “ depressa”? 

Iniziamo con il dire che alla base della depressione vi sono diverse  cause. 

Ecco perché si parla di disturbo multifattoriale: perché  intervengono diversi fattori genetici, biologici, psicosociali che  insieme possono contribuire all’insorgenza di questo disturbo.

Cerchiamo di vedere meglio di cosa stiamo parlando.

Fattori genetici della depressione 

Iniziamo dai fattori genetici della depressione: a tal proposito  sembrano esistere alcune evidenze che confermano come alla base  della depressione vi possa essere una componente ereditaria. 

Cosa significa quanto detto? Che i familiari di primo grado dei  pazienti che hanno la depressione hanno un maggior rischio di  sviluppare tale disturbo rispetto alla popolazione generale. 

Ecco perché si parla di ereditarietà del disturbo. 

Fattori biologici della depressione 

La depressione sembra derivare anche da un’alterazione nella  funzione dei sistemi monoaminergici che, per che non lo sapesse,  contribuiscono alla comparsa di disturbi somatici, cognitivi e non  solo. 

Alterazioni nella regolazione dei neurotrasmettitori come la  noradrenalina e la serotonina, possono arrivare ad influenzare il  sonno, l’appetito, varie funzioni cognitive e le interazioni del  soggetto. 

Fattori psicosociali della depressione 

Alla base della depressione sembrano esserci anche dei fattori  psicosociali: tra questi per esempio ritroviamo l’accadimento di  eventi stressanti che possono essere vissuti dal soggetto come  perdite irreparabili e insopportabili. 

Vediamo qui di seguito quali possono essere questi eventi:

• Malattie fisiche 

• Perdita di una persona cara 

• Fine di un matrimonio o di un fidanzamento

• Difficoltà nei rapporti familiari 

• Conflitti con altre persone 

• Cambiamenti di ruolo, di casa, di lavoro 

• Licenziamenti 

• Fallimenti lavorativi  

• Fallimenti economici 

• Esperienze di abuso anche in età infantile 

Insomma a livello psicosociale si possono verificare degli eventi  di vita stressanti riconosciuti come fattori precipitanti gli episodi  depressivi. 

A tal proposito c’è da dire che questi eventi possono avere  maggiori ripercussioni in persone che hanno basse abilità di  coping e problem solving o che hanno alla spalle un’infanzia  complicata. 

Quando parliamo di abilità di coping, ci riferiamo a quella  capacità di far fronte a problemi emotivi, interpersonali, grazie a  dei meccanismi adattivi messi in atto dal soggetto stesso. Per capacità di problem solving intendiamo invece la capacità di  saper trovare la via più rapida ed efficace per la risoluzione di un  problema. 

Osservazioni: insomma essere depressi sicuramente non è una colpa e questo è un aspetto molto importante che va sottolineato, perché spesso come abbiamo visto la depressione è accompagnata proprio da sensi di colpa. Questo significa che di fronte ad essa non dobbiamo rassegnarci, ma che soprattutto dobbiamo rimboccarci le maniche ed affrontare con l’aiuto di un esperto “ questo male”. 

Conoscere le cause sicuramente ci porta a gestire il tutto con una consapevolezza maggiore e a comprendere che la depressione non è “colpa nostra”. E’ una malattia e come tale va considerata e curata.

Conseguenze della depressione 

La depressione, insomma non è come molti dicono “ una cosa da  niente” e l’abbiamo ampiamente appurato nelle righe precedenti. Questo anzi risulta essere uno dei miti che riguardano la  depressione e che devono essere necessariamente “sfatati: in  seguito, infatti, parleremo proprio di questo aspetto, ovvero dei  miti della depressione. 

Ora concentriamoci invece sulle conseguenze della depressione: che ripercussioni si possono avere? 

Sicuramente un soggetto depresso può poter andare in contro a  diversi “problemi” che riguardando diversi ambiti. 

Parliamo di conseguenze che si possono ripercuotere sulla  famiglia, sul lavoro, sulla vita di tutti i giorni. 

Insomma la vita di un soggetto depresso può cambiare in  negativo,poiché come abbiamo visto si possono sperimentare  problemi di concentrazione, di memoria e questo può far  abbassare quella che è la qualità della propria vita professionale e  non. 

Anche la vita relazionale sicuramente viene messa a rischio, dal  momento che una persona depressa tende ad isolarsi e questo a  lungo andare può solo danneggiare le relazione con il partner, con  i figli o con i propri colleghi 

Ovviamente anche il proprio corpo arriva a risentire di tutto  questo: chi è depresso proprio perché non ha voglia di prendersi  cura di sé, ha difficoltà a curare il suo aspetto. 

Quanto detto sin’ora ha lo scopo di mettere in rilievo una cosa  fondamentale: la depressione e le sue conseguenze non  dovrebbero essere mai sottovalutate

Da alcuni studi si è per esempio evidenziato che la depressione è  associata positivamente al rischio di sviluppare malattie  cardiovascolari e cerebrovascolari.  

Per non parlare del fatto che sembra essere associata ad una  maggiore mortalità.

Soffrire a lungo porta le persone depresse a tentare il suicidio. La cronaca è testimone di eventi di questo tipo, proprio perché si  arriva a vedere la morte come l’unica via d’uscita. 

La situazione economica attuale sicuramente non ci aiuta: i costi  associati alla depressione che comprendono visite, trattamenti  spesso sono alti e per chi non ha la possibilità di accedervi, la  situazione non può che essere ancora più complicata. 

Dunque in un certo senso la mancanza di soldi o di lavoro  rafforzano la depressione che a sua volta può anche rendere più  difficile la guarigione e un probabile inserimento lavorativo. 

E questa è un’ ulteriore conseguenza che non bisogna  sottovalutare. 

Osservazioni: spesso diciamo a noi stessi o agli altri che la  depressione dopo tutto è una cosa da niente, che è un qualcosa  che è presente solo nella nostra testa. Dire tutto questo è sbagliato, anche perché come abbiamo visto la  depressione può avere varie conseguenze in diversi ambiti. Dunque è nostro dovere intervenire prima che tutta la nostra vita  sia messa a dura prova. 

Depressione e tristezza: le dovute differenze 

Fin’ora abbiamo insomma avuto modo di capire cosa sia la  depressione. 

Ora cerchiamo di vedere cosa non è la depressione: sicuramente  non è tristezza. 

Eppure sono in tanti a fare confusione, se si parla di tristezza e  depressione. 

Per questo cercheremo di vedere perché non sono la stessa cosa.

Iniziamo con il dire che la tristezza è uno stato d’animo, mentre  la depressione è un disturbo. 

Sicuramente questa è una bella gran differenza, non trovate? 

Facciamo riferimento anche ad un altro aspetto: la tristezza  proprio perché è uno stato d’animo, ha una durata breve,  generalmente. 

La depressione, invece, se non curata può diventare cronica e  dunque può poter avere una durata maggiore. 

Detto questo, possiamo affermare che la tristezza per essere  considerata “depressione” deve essere sperimentata per sei mesi e  in modo costante. 

Inoltre quando una persona è triste ha una bassa motivazione a  realizzare delle attività, la sua vita sociale sicuramente ne risente,  ma tutto sommato riesce ad essere attiva. 

Una persona depressa invece si lascia sopraffare da quello che  prova e trascura totalmente i suoi doveri, riduce drasticamente le  sue attività e non riesce a sfruttare le risorse che ha a sua disposizione. 

Un’altra differenza tra tristezza e depressione sta nel concetto di  “isolamento”: insomma non è raro vedere una persona triste  cercare di avere accanto delle persone con cui condividere i propri  sentimenti. 

Una persona triste vuole essere consolata, ascoltata, dunque non si  isola completamente. 

Una persona depressa invece, spesso, nutre un vero e proprio  rifiuto nei confronti degli altri. 

Preferisce tenere per sé i suoi pensieri, i suoi sentimenti: non ama  condividere e predilige la solitudine, anche se in realtà non riesce  a stare bene da sola.

Da quanto appena detto si evince come dunqua una persona triste  sicuramente si lascia influenzare dal suo stato d’animo, ma il suo  stile di vita non subisce dei cambiamenti drastici. 

Sicuramente è meno dinamica, ma riesce comunque a svolgere le  sue attività, nel caso di depressione la situazione cambia. Quando una persona soffre di depressione la sua routine è  completamente stravolta. 

Per una persona depressa può risultare davvero difficile portare a  termine un compito come previsto. 

E’ più facile che una persona depressa arrivi a inventare delle  scuse invece che adempiere ai suoi doveri. 

Che dire della disperazione? Una persona triste nonostante lo sia,  è in grado di ridere e di fare progetti. Diciamo che riesce a  guardare al futuro, nonostante la tristezza. 

Una persona depressa invece prova una vera e propria  disperazione: non vede luce, non vede alcun tipo di spiraglio. Il futuro diventa solo un’utopia. 

Osservazioni: c’ è  una gran bella differenza tra l’essere depressi e l’essere tristi. La depressione ha bisogno di cure e non passa da sola. La tristezza invece, se vogliamo, è un qualcosa di naturale, che va  sicuramente riconosciuta, accolta e che ci mette in guardia sul  fatto che qualcosa non sta andando sicuramente come noi  volevamo. 

Possiamo trarre dei benefici: la depressione è ben altro. Depressione: e ansia: che rapporto esiste? 

Ora parliamo della depressione in relazione ad un altro disturbo:  l’ansia. 

Perché?

Perché l’ansia e la depressione possono manifestarsi  contemporaneamente. 

Insomma può per esempio capitare che una persona ansiosa  sviluppi successivamente delle vere e proprie forme di  depressione. 

Oppure può succedere esattamente il contrario. 

Quando questo succede, ovvero quando l’ansia e la depressione si  manifestano insieme, ci troviamo in presenza di un’ansia  depressiva

Molti a questo punto si staranno chiedendo : cos’è l’ansia?” 

Diciamo che a tal proposito va fatta un’ importante distinzione:  esiste l’ansia fisiologica e l’ansia patologica. 

La prima ci consente di reagire, di fare sempre meglio, in un certo  senso ci sprona e dunque è funzionale ai nostri obiettivi. Si parla invece di disturbo d’ansia generalizzata quando il  soggetto sperimenta uno stato ansioso tendenzialmente costante  che a sua volta ha delle ripercussioni, dal momento che porta a  preoccupazioni sproporzionate che possono riguardare diversi  ambiti di vita del soggetto. 

Una persona che sperimenta questo tipo di ansia tende ad essere  dunque sempre in allerta, a preoccuparsi in modo esagerato per  ogni cosa. 

Tra i sintomi tipici dell’ansia ritroviamo: 

• irrequietezza  

• sensazione di svuotamento  

bassa concentrazione  

• riduzione della memoria 

irritabilità 

tensione muscolare ( DSM 5).

Ma torniamo all’ansia depressiva o a quella che è definita essere  una depressione ansiosa: cosa prova chi la sperimenta? Sicuramente apatia,tensione. Non solo. 

Tra gli altri sintomi possiamo avere: 

• senso di “testa vuota” 

• sensazione di affaticamento  

• scarsa energia 

ipervigilanza 

• tendenza a previsioni negative per il futuro 

• scarsa autostima  

Insomma vi è una vera sovrapposizione dei sintomi depressivi e  ansiosi. 

Questi a loro volta possono essere associati ad ulteriori disturbi  fisici. 

Tutto questo non può che arrivare a causare un disagio notevole  fino al rischio di sviluppare delle vere e proprie dipendenze. Quando vi è co- presenza di ansia e depressione si può inoltre  assistere ad un maggiore probabilità di innesto di altri quadri. 

Osservazioni: a tal proposito, c’è anche da dire che secondo  alcuni studiosi l’ansia e la depressione corrispondono ad  uno stesso fenomenoAltri invece li considerano come due entità diverse che  sicuramente condividono alcuni elementi. Altri modelli invece affermano come in realtà non condividano  nulla: questo significa che si possono osservare in uno stesso  soggetto due quadri che condividono solo un fattore: la  temporalità. 

Ma chi ha ragione? Vi starete chiedendo anche questo, gli studi di genetica confermano tutte le teorie.

Per questo era giusto accennarle tutte, dando però rilievo a quella  che sembra essere maggiormente supportata e che li vede come  due entità distinte e che possono sovrapporsi, sfociando in  un’ansia depressiva. 

Come prevenire la depressione: la forza dell’autostima 

Dopo aver visto cosa sia la depressione, cosa non sia e quale  rapporto intercorre con l’ansia, non possiamo non parlare della sua  prevenzione. 

Questo perché è fondamentale intervenire in modo preventivo. Insomma se siamo in presenza dei primi sintomi, non dobbiamo  aspettare o lasciar passare del tempo con la convinzione che le  cose miglioreranno, ma dobbiamo intervenire. 

Come? 

Dobbiamo rivolgerci ad un professionista e prenderci cura di noi. Per intervenire a livello preventivo, è di fondamentale importanza  prendersi cura soprattutto della propria autostima, che in questi  casi tende ad essere bassa. 

Una persona con una buona autostima non tende ad avere  problemi di appetito o di sonno, per esempio. 

Al contrario, quando questa risulta essere bassa, di conseguenza  diminuiscono anche le nostre capacità di coping e problem solving. 

Dunque quale miglior modo per prevenire la depressione se non  prendendoci cura della nostra autostima? 

Come riuscirci? 

Prima di rispondere a questa domanda è doveroso spiegare cosa  sia l’autostima. 

Questo termine implica l’avere una buona considerazione di se  stessi o meno. 

L’avere una percezione valutativa di se stessi, sulla base della  esperienze vissute nella propria vita. 

Ma perché è così importante annaffiare questo fiore?

Perché avere una bassa autostima significa anche sperimentare  vari sentimenti negativi che poi come abbiamo detto possono  sfociare in depressione.  

Le persone con una bassa autostima per esempio sono facilmente  influenzabili, si sentono sempre un passo indietro agli altri e più  che concentrarsi sulle soluzioni, si concentrano sui problemi. A questo punto torniamo all’interrogativo principale: come  migliorare la propria autostima? 

Sicuramente bisogna imparare a volersi bene. Come? 

– Non diamo troppa importanza ai nostri fallimenti,  concentriamoci sulle nostre abilità.  

– Non paragoniamoci agli altri, perché ognuno di noi è  unico e speciale per quello che è. 

– Non sentiamoci responsabili per tutto ciò che accade  intorno a noi. Non tutto dipende dalle nostre azioni. – Non puntiamo alla perfezione, perché non esiste. Esiste  l’imperfezione e i cambiamenti fatti per migliorare, non  per essere perfetti. 

– Puntiamo a degli obiettivi raggiungibili, a dei traguardi  che possono essere raggiunti gradualmente. 

– Evitiamo di cadere nel circolo vizioso dei sensi di colpa:  le avversità vanno affrontate e se qualcosa non va come  speravamo, ci sta, fa tutto parte di questo grande gioco  chiamato vita. 

– Evitiamo di lamentarci, perché ciò può solo essere  controproducente. Invece di pensare a ciò che non va  bene, pensiamo a ciò che abbiamo e di cui possiamo  essere grati. 

Prestiamo attenzione a ciò che ci diciamo: non  pronunciamo parole limitanti, soprattutto se queste  sono rivolte a noi stessi. 

Privilegiate parole cariche di positività.

Osservazioni: come abbiamo visto alla parola depressione  possono essere associate anche altri termini, come autostima. Abbiamo visto come quest’ultima sia fondamentale se vogliamo  intervenire a livello preventivo su questo disturbo. 

L’autostima in un certo senso è un fattore di protezione che può  aiutarci a preservare il nostro benessere psico-fisico. Se vi rendete conto che la vostra è bassa e non riuscite ad  incrementarla,potete intraprendere un percorso che vi aiuti a  credere maggiormente in voi stessi e negli altri. 

Rimedi contro la depressione: dalle abitudini di vita a quelle  alimentari 

Qualcuno a questo punto si starà chiedendo: “ma se invece siamo  già depressi?” 

Se la depressione ci ha già colpito, cosa possiamo fare nel nostro  piccolo per porre rimedio? 

Sicuramente se siamo all’inizio possiamo aiutarci evitando di  abbandonare le nostre attività abitudinarie, continuando a  frequentare le persone a noi care. 

Rispettando una dieta,o meglio, un’alimentazione equilibrata,  praticando attività fisica, evitando sostanze eccitanti o psicotrope,  come alcol , droga, etc. 

Per quanto riguarda l’attività fisica motoria regolare è importante  perché porta ad un rilascio di endorfine che può solo alleviare i  sintomi. 

E’ necessario anche dedicarsi ai propri hobbies, per evitare di  rimuginare o pensare continuamente al proprio futuro o al proprio  passato. 

In riferimento ad un’alimentazione corretta, sicuramente vi sono  degli studi che affermano come ci sia effettivamente un  correlazione e come questo non sia certamente un luogo comune. A tal proposito si consiglia di assumere 

– una giusta quantità di carboidrati e zuccheri: questi se  assunti in maniera sbagliata possono influenzare l’umore  di un soggetto 

– optare per il consumo di cibi ricchi di omega 3, che si  trovano nei prodotti della pesca per esempio 

– sarebbe corretto evitare alimenti stimolanti come caffè,  tè o cibi ricchi di istamina che possono causare forti mal di testa e peggiorare i sintomi. 

– sarebbe corretto anche evitare l’eccesso di colesterolo e grassi saturi. 

Anche l‘optare per delle attività rilassanti può essere un buon  rimedio per interrompere quel ciclo di rimuginio-ruminio, ovvero  di ripensamento al futuro e al passato tipico della depressione. 

Un rimuginio questo,che se ci pensiamo, non ha motivo di  esistere, perché noi non abbiamo alcun poter sul nostro futuro o  sul nostro passato. 

Dunque non è inutile stare lì a preoccuparsi per quello che  potrebbe succedere o per quello che è successo? 

A tal proposito si può scegliere di partecipare al training autogeno,  a yoga o altre attività. 

E’ anche importante cercare di non trascurare il sonno.

Osservazioni : Ovviamente se i sintomi risultano essere  invalidanti e costanti, è opportuno rivolgersi ad un professionista  per intervenire quanto prima e non interrompere l’iter iniziato. 

Scegliere di rivolgersi ad un professionista non è un atto di  debolezza, ma un atto di amor proprio, dunque non abbiate timore  e fate questa scelta, anche se i sintomi si presentano con una  minore pervasività. 

A volte è meglio agire sin da subito

I miti sulla depressione 

Bene arrivati a questo punto, starete pensando che abbiamo detto  davvero di tutto sulla depressione

Abbiamo affrontato la depressione parlando dei suoi sintomi, delle  sue cause, delle sue conseguenze. 

Abbiamo messo in evidenza il modo in cui possiamo intervenire a  livello preventivo e non. 

L’abbiamo inoltre differenziata dalla tristezza, perché spesso si fa  confusione e si tende a confonderla con la depressione. Come abbiamo accennato in precedenza, vi sono diversi miti sulla  depressione e questo è uno di questi. 

Vediamo gli altri qui di seguito. 

Il depresso è un debole 

Questo è uno dei miti più diffusi della depressione: in molti  credono che avere la depressione significhi essere dei deboli. Significhi non saper affrontare la vita, ma la depressione è un vero  e proprio disturbo psicologico e la debolezza, qui, non c’entra  nulla. 

Dunque soffrirne non dipende da voi. 

Non fingete dunque di stare bene quando in realtà state male.

La depressione colpisce gli adulti 

Ecco un altro mito: la depressione colpisce gli adulti. Ovviamente questo è un mito, poiché la depressione colpisce  anche i più piccoli. 

E questo non è strano : basti pensare che i bambini, ma anche gli  adolescenti spesso vivono delle situazioni di disagio a casa, a  scuola e questo spesso li porta anche a togliersi la vita. 

La depressione con il tempo va via 

In questo caso siamo di fronte ad una cosa sbagliatissima: come  detto la depressione è una patologia e può andare via con una  cura e non con il tempo. 

D’altronde distrugge. 

La depressione è solo nella testa 

Nel corso dell’articolo lo abbiamo detto: la depressione colpisce la  mente e il corpo

E questo si evince facilmente, basta pensare ai sintomi di questo  disturbo. 

Affermare che la depressione sia solo nella propria testa è  sbagliato: non è un’invenzione. 

La depressione colpisce le donne 

Un altro mito che riguarda la depressione è proprio questo: sono in  tanti a pensare che la depressione possa colpire solo le donne. Questo è una convinzione del tutto insensata e senza ragion di  esistere, dal momento che la depressione colpisce allo stesso  modo uomini e donne. 

Sicuramente le donne ne sono maggiormente colpite, ma questo  non significa che gli uomini non possano arrivare a soffrirne.

Meglio non parlarne a che serve? 

Concludiamo la lista dei miti con quello più eclatante: parlare  della depressione peggiora la depressione stessa. Ovviamente non c’è nulla di vero in questa frase, dal momento  che le persone depresse hanno un grande bisogno di parlare, anche  se spesso tendono a fare il contrario per paura. 

Basta fare riferimento al fatto che sono tante le persone depresse  che si rivolgono agli psicologi, per stare meglio e per affrontare un  problema che si tende a non tirare in ballo in famiglia, magari per  vergogna. 

Osservazioni: attorno alla depressione ruotano diversi pregiudizi  e spesso sono proprio questi a creare problemi, perché limitanti.  

Il fatto stesso di nutrire convinzioni sbagliate riguardo questo  disturbo o il fatto di sapere che esistono persone che hanno una  loro idea “ negativa” o comunque non rispettosa a tal proposito,  può portare fuori strada. 

In tanti infatti scelgono di non rivolgersi ad un professionista, per  non essere ritenuti deboli o perché credono davvero che la  depressione possa andare via da sola. 

Bene, prima riusciremo a capire che alcune cose sono sbagliate e  sono dei veri e propri miti da sfatare, prima riusciremo a  prenderci davvero cura di noi.

Dott.ssa Alessia Pullano
Psicologa e Psicoterapeuta

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